Sarà ancora Giovanni Ramonda, 54 anni, piemontese, a guidare la Comunità Papa Giovanni XXIII per altri 6 anni. Lo ha deciso poco fa l’assemblea dell’Associazione con un’ampia convergenza: 88,2% delle preferenze espresse dai responsabili di zona e delegati provenienti alle 33 zone in cui è presente la Comunità nei cinque continenti.
Giovanni Ramonda è sposato con Tiziana Mariani. Dal loro matrimonio sono nati 3 figli naturali mentre altri nove sono accolti nella loro casa famiglia di Sant’Albano Stura, in provincia di Cuneo.
Nato a Fossano il 3 maggio 1960, Ramonda ha conseguito il titolo di Magistero in scienze religiose presso la facoltà teologica di Torino e la laurea il Pedagogia con indirizzo psicologico presso la facoltà di Magistero di Torino. Fin da giovanissimo la sua vita è stata segnata dall’incontro con don Oreste Benzi e la Comunità da lui fondata, di cui nel 1998 era divenuto vice responsabile generale.
Dopo la morte di don Benzi avvenuta il 2 novembre 2007 aveva assunto ad interim le funzioni del responsabile generale e nel gennaio del 2008 l’assemblea dell’associazione l’aveva nominato primo successore di don Benzi, incarico ora rinnovato per un nuovo mandato.
«In questi sei anni il carisma suscitato da don Oreste non si è affievolito ma anzi ha trovato nuove espressioni – dichiara Ramonda –. Abbiamo aperto nuove presenze di condivisione con i poveri in vari Paesi del mondo e dato nuove forme di risposta ai poveri».
Negli ultimi 6 anni le strutture di accoglienza della Comunità Papa Giovanni XXIII sono passate da 304 a 346, 446 se si considerano anche quelle attive all’estero (i dati si riferiscono solo alle strutture gestite dall’Associazione, a cui andrebbero aggiunte quelle gestite dalle cooperative promosse dalla Papa Giovanni XXIII in Italia e nel mondo).
In questi anni sono nate anche nuove tipologie di intervento, come le Comunità educanti con i carcerati, l’Albergo sociale e il Poliambulatorio gratuito. 4 le nuove Capanne di Betlemme, per rispondere alle situazioni di povertà estrema e alle emergenze.
Cresciuta anche la presenza nel mondo: si è passati da 25 a 32 Stati, sparsi nei cinque continenti.